Esiste un attrezzo che fa parte degli strumenti da taglio che appartiene alla più antica tradizione montanara Italiana e che, insieme a roncole e falcetti, è possibile trovare in tutti i ripostigli delle vecchie case delle comunità che vivono vicino i boschi: il Manaresso. Questo attrezzo sembra che derivi direttamente dalla Mannaia, in origine Manuarius (che a sua volta deriva da manus) la cui caratteristica è quella di avere una lama larga, piatta e ben affilata; il filo è ancora oggi di tipo piano.
Ma cosa ha a che fare il Manaresso con le nostre attività in natura? Sicuramente non è un attrezzo utilizzato dal praticante di bushcraft. Questo, molto probabilmente, per una questione di mancata conoscenza di questo versatile attrezzo ed è anche un po’ imputabile al fatto che non è “figo” come altre lame americane. Un vero peccato! il Manaresso in tutte le sue vesti regionali nasce per essere utile nei boschi, apparentemente grezzo e dall’aspetto ignorante, non appena impugnato si dimostra leggero, maneggevole e comodo da usare anche per molte ore grazie alla sua impugnatura in sughero. Dimostra sul campo di essere preciso come un picozzino da carpentiere ma anche deciso e potente come un’ascia, entra comodamente nella tasca laterale di qualsiasi moderno zaino lasciando spazio a molti altri utensili.
Personalmente ho riscoperto questo attrezzo, validissimo nel bushcraft, in particolare se si programma un’uscita di più giorni consente di fare mille cose con il legno sostituendo efficacemente grossi coltelli o asce, e non infierisce mai a livello muscolare. Il Bushcraft non nasce negli Stati Uniti, i nostri nonni avevano un’armonia a tutto tondo con i boschi e la natura. Gli amanti del survival e del campeggio essenziale potrebbero scoprire che il Manaresso abbinato ad un buon coltello chiudibile (e nella nostra tradizione italiana ne abbiamo a decine in ogni regione) costituiscono un’accoppiata vincente.
Un abbraccio e buon bosco a tutti.