Quando il cane morde …

Salve amici, oggi desidero condividere ed affrontare un argomento che nessun cinofilo vorrebbe mai vivere quella del nostro cane che morde.

 

Luigi, un mio amico e compagno di decine di avventure, tornava a casa al termine di una passeggiata con Kora, una splendida femmina di quattro anni di Alaskan Malamute, quando girato l’angolo si trovano di fronte ad un’arzilla signora che alla fine dei suoi tre metri di guinzaglio aveva attaccato a mo’ di salmone preso all’amo il suo Pincher che, praticamente libero, si è lanciato su Kora aggredendola. Il dispositivo automatico di richiamo del guinzaglio si è rotto e la signora non è riuscita a ritirare il suo Pincher che ha pagato lo scotto con una obliterazione profonda inferta da Kora, che era regolarmente tenuta al guinzaglio. Il povero cagnetto e la proprietaria collassata sono stati subito accompagnati da Luigi ad una clinica veterinaria (segnalata e scelta dalla signora).

Il veterinario che visita la cagnolina sottolinea che il morso non era assolutamente letale, come invece temeva la non più arzilla signora, e che quei tre punti di sutura erano dovuti più ad un canino che si era agganciato sottopelle che non ad un morso vero e proprio. Luigi sentendosi in difetto, dovuto alla sindrome del cane più grosso e dalla sua educazione, paga il dovuto al veterinario che tra una cosa e l’altra gli chiede oltre 200 euro e lascia il suo numero di cellulare alla signora che si era tranquillizzata chiedendogli di tenerlo informato, il veterinario conferma che non ci sarebbero stati problemi.

Fine di uno spiacevole evento? Ebbene no, due giorni dopo Luigi riceve una telefonata dal marito della signora che gli chiede un incontro, incontro che avviene il giorno stesso. All’appuntamento si presenta anche la moglie, con il viso di una donna appena uscita da una sala operatoria. Il marito mette al corrente Luigi che la cagnetta è stata male e che c’erano state altre due visite veterinarie, acquisto di medicinali e altro.  Luigi sempre sotto l’effetto della sindrome di colpa del cane grosso che morde il piccolo non diede nessuna ricevuta né per verificare la reale somma esborsata dai signori e neppure quella di altri 200 euro che gli vengono chiesti. Paga i caffè e si salutano cordialmente. Ok, tutto è bene quel che finisce bene!  E invece no, non finisce qui.

Trascorrono alcuni giorni dall’incontro, Luigi intanto guarda Kora con occhi differenti, è il cane che credeva di conoscere? Compra una museruola e comincia a portare fuori Kora imbragata da un guinzaglio più corto e robusto e dalla museruola che Kora non dimostra di gradire. Non sentendosi più sicuro di potersi fidare di lei, se prima andavano insieme ad una fiera piuttosto che ad un aperitivo ora, nel dubbio, la portava fuori solo per i bisogni.

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Trascorsi circa dieci giorni Luigi riceve una telefonata, è un legale che gli chiede di passare dal suo studio. Luigi si presenta e scopre che l’arzilla signora ed il marito gli hanno conferito mandato per procedere nei suoi confronti a meno che la cosa, sempre per magnanima volontà dei due signori, non si risolva in una sorta di accordo bonario. Luigi scopre che la richiesta, peraltro considerata corretta dal legale dei signori, ammonta a 500 euro più una sciocchezza per le spese legali. Questa volta Luigi chiede che ci sia qualcosa di scritto nero su bianco che garantisca la fine di questa storia; stacca un assegno e si porta a casa una dichiarazione dei signori in cui affermano di non aver più nulla da reclamare. Fine.

Intanto il rapporto tra Kora e luigi si incrina sempre di più. Kora è ormai lasciata in giardino, indifferente al passaggio delle persone, diventa invece aggressiva con i cani di piccola taglia che passano davanti al cancello di casa. Luigi fa mettere sul cancello e lungo tutta la recinzione una rete a maglie strette che impedisce a Kora di uscire con il muso fuori dalle sbarre. E lì arrivo io che fino a quel momento non ero a conoscenza della brutta vicenda.

Arrivato davanti a casa non posso fare a meno di notare la rete e la casetta di Kora spostata più indietro. La chiamo, si avvicina ma non posso accarezzarla, le maglie strette me lo impediscono. Suono. Luigi viene ad aprirmi ma prima con un grosso moschettone assicura Kora ad una catena, posta davanti alla casetta. Lo osservo attonito, entro a casa e dopo aver discusso di altro gli chiedo di Kora. Luigi mi racconta tutta la vicenda mettendomi al corrente anche del fatto che sta cercando una “sistemazione” per lei e, anzi, mi chiede se con le mie conoscenze potevo dargli una mano.

Conoscevo Luigi da diversi anni ed avevo visto Kora quando pesava meno di un chilo e mi piangeva il cuore per entrambi a sentire quelle parole. Ebbene? Si, faccio un colpo di testa perfettamente conforme al mio carattere dannatamente propenso alle decisioni istintive: gli dico che se è quello che vuole avrei chiesto in giro. Ci salutiamo. Il pomeriggio seguente lo chiamo e gli comunico che ho trovato una “sistemazione” per Kora e gli chiedo se è davvero certo di portare a termine la sua decisione e lui, dopo qualche interminabile istante mi dice di si.

Qualche giorno dopo vado come da accordo per portare con me Kora. Di fronte ho un uomo provato che sta realmente soffrendo. Mi chiede garanzie sull’integrità del futuro proprietario, mi consegna anche il libretto sanitario e la copia della denuncia di proprietà di Kora fatta in Comune, lo rassicuro dicendogli che conosco la persona come me stesso e che a giorni gli avrei portato la copia del passaggio. Spero che almeno qualcuno di voi avrà intuito che la persona che conosco come me stesso … ero io.

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La mia cagnetta e Kora si conoscevano bene proprio in virtù delle tante escursioni fatte nei boschi insieme con Luigi per cui non è stato un grosso problema aggiungerla al “branco” per un paio di settimane. Trovando sempre scuse plausibili ho rimandato la consegna del documento di passaggio e intanto ho portato Kora con me un po’ ovunque. L’Alaskan Malamute ha davvero un carattere forte e poco plasmabile,  è un tipetto serio, non è il cagnolino che lasci in giardino a guardia della proprietà o che ti dà la zampina, ha altre caratteristiche che lo rendono impareggiabile. Sono pelosi collaborativi, hanno bisogno di essere liberamente e amorevolmente responsabilizzati.

Kora con me ha confermato la sua indifferenza agli altri cani ed animali in genere, come cavalli, mucche ecc. ed ha sempre risposto ad ogni richiamo facendo a gara con la mia pelosa per chi arrivava prima a prendere qualche buffetto di gratificazione. Non sono certo come dei pastori tedeschi ma chi decide per un Alaskan Malamute non vuole un pastore tedesco! Mi metto d’accordo con Luigi per trascorrere un paio di giorni nei pressi della Foresta Umbra e ci diamo appuntamento a San Giovanni Rotondo dove ci incontreremo con altri amici. I cani non serbano rancore, non nei confronti di chi amano, e Kora lo ha dimostrato. Inutile dire che alla fine dei due giorni, trascorsi alla grande, lo scapolo ragazzone quarantenne e la sinuosa lupotta sono tornati a casa insieme per rimanere insieme.

Voglio sperare che questa esperienza sia utile a quanti a fronte di esperienze simili non debbono avere dubbi sulla bontà della fiducia che si è costruita insieme al proprio cane.

Antony

3 pensieri riguardo “Quando il cane morde …

  1. Fossi nell’ex padrone del cane,non comprerei mai più nessun tipo di cane e neanche un canarino,gli animali si amano e non si abbandonano al primo problema!

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