Intervista al lupo cattivo

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Ciao a tutti! Si torna a discutere di un personaggio che è stato il protagonista di molte favole della nostra infanzia: il lupo. La sua presenza ormai interessa tutto il territorio nazionale, Sardegna e Sicilia escluse. Il lupo merita, a mio parere, una particolare attenzione in quanto le fazioni che sono a favore e contro la sua presenza sono arrivate a farsi una guerra senza esclusione di colpi, in cui i numeri portati da entrambe le parti, insieme alle presunte violazioni addebitategli, non combaciano praticamente mai, con l’ultimo dato di fatto attendibile che non vi sono aggressioni a danni dell’uomo. Dato, questo, veritiero e ce ne fosse stata anche soltanto una la “fazione contraria” ne avrebbe fatto una propaganda da far invidia alle campagne politiche. Numerosi gli articoli e gli esperti che da entrambi i fronti dimostrano tutto e smontano il contrario di tutto.

Per questo post sono uscito fuori dalla prassi convenzionale ed ho voluto intervistare il diretto interessato, il Canis Lupus Italicus. Grazie ad una mia vecchia conoscenza, un’anziana civetta che soccorsi anni fa, sono riuscito ad avere un appuntamento con un esemplare di questa magnifica specie. Ovviamente mi avvalgo del diritto di non menzionare particolari indicativi sul luogo dell’incontro e neppure su come siamo riusciti ad intenderci, poiché il “lupese” è una lingua ancestrale e strettamente riservata agli abitanti del bosco.

Arrivo sul luogo accordato per l’intervista, siamo a circa mille metri sul livello del mare, la mia amica civetta è già lì sul suo albero intenta ad impermeabilizzare le sue piume. Mi guardo intorno ma non vedo nulla se non gli alberi attorno alla piccola radura in cui mi trovo. Tuttavia il mio istinto animale, sviluppato in mille escursioni, “pizzica” … mi sento osservato.

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Finalmente eccolo! È un giovane maschio di circa due anni o poco più, peserà 35/40 Kg, più o meno una sessantina di centimetri al garrese. È magnifico! La civetta ci presenta, si siede a circa un metro e mezzo da me. È guardingo, io non so bene se sono spaventato o enormemente emozionato. Il suo nome in “lupese” è irripetibile per la lingua umana e la traduzione più vicina è Grunt.

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Io: Ciao!

Grunt: Ciao a te.

Io: Posso chiederti perché hai accettato questo incontro per una intervista?

Grunt: perché mi è sembrata un’occasione unica per farmi conoscere per quello che sono realmente e non per come se ne para in genere.

Io: dove vivi? Fai parte di un branco? Se si, che ruolo ricopri al suo interno?

Grunt: sono figlio del vecchio maschio Alfa  e lo scorso inverno ho dovuto lasciare il branco ed anche il vecchio territorio. Oggi siamo in due, io e la mia compagna, siamo una coppia Alfa ma non abbiamo ancora avuto cuccioli, non c’erano le condizioni per farne e la mia femmina ha saltato il periodo riproduttivo.

Io: le vostre femmine, quindi, partoriscono solo se ci sono le condizioni ideali?

Grunt: Si, vanno in calore soltanto una volta l’anno e soltanto la coppia Alfa procrea se ci sono, come ti ho detto, le condizioni.

Io: qui come vi trovate? Sussistono le giuste condizioni favorevoli?

Grunt: Si, ci sono caprioli e cinghiali a sufficienza e non mancano piccole prede come le lepri, a volte anche qualche fagiano, e la vasta presenza di boschi ci permette di stare al riparo da voi umani.

Io: com’è il vostro rapporto con noi uomini? A parte me ne hai mai incontrati prima? Cosa sai esattamente di noi?

Grunt: siamo canidi e quindi intelligenti, con una grande capacità di apprendere, ricordare ed insegnare ai nostri figli le esperienze accumulate nei secoli. Quello che sappiamo degli uomini è che siete strani, non siete forti abbastanza da lottare con uno di noi ma siete più potenti, in passato avete quasi sterminato la mia specie senza un motivo realmente valido. Potete distruggere un bosco ed i suoi abitanti in pochissimo tempo, solo per il gusto di farlo e per erigere le vostre enormi tane di pietra. Ho osservato spesso alcuni di voi e te in particolare mentre percorri i boschi con la tua cagna umanizzata. Non siamo interessai a voi, non rientrate nelle nostre prede, abbiamo compreso che starvi lontano è la cosa migliore. Tuttavia alcuni di voi pare abbiano compreso il ruolo che ricopriamo in natura e che la nostra scomparsa non giova neppure a voi.

Io: ci sono uomini che affermano che siete diventati molto numerosi e predate gli animali che allevano. Tu che sai di questa faccenda?

Grunt: facciamo chiarezza. Noi seguiamo gli istinti ma con una logica ben precisa, non prendiamo gli animali che allevate per mangiare. Quando raramente accade è perché le nostre prede abituali scarseggiano e gli uomini che le custodiscono entrano nei nostri territori scacciando ed uccidendo quelle che sono le nostre prede naturali, ma non prediamo mai i branchi delle vostre bestie quando sono vigilate dai vostri canidi umanizzati e, comunque, il più degli attacchi predatori vengono portati da vostri cani inselvatichiti.

Io: cosa credi sia necessario per far sì che le nostre specie possano convivere?

Grunt: quella che voi chiamate informazione. Non siamo canidi umanizzati, non ci lamentiamo del freddo, della scarsità di cibo, desideriamo soltanto adempiere al ruolo che il Grande Spirito che ha creato i boschi, le foreste, le montagne, i fiumi, gli animali ed anche voi, ci ha designato. Non siamo animali da accarezzare ma neppure dei cacciatori di uomini.

Io: come dobbiamo comportarci nelle zone in cui vivete?

Grunt: esattamente come fate tu e quegli umani che ho osservato. Fateci comprendere con il vostro comportamento che non avete intenzioni ostili nei nostri confronti. se siete insieme ai vostri canidi umanizzati non fateci rincorrere, i nostri simili, specie quelli più giovani, possono farsi prendere la zampa dall’istinto predatorio. Se incontrate qualcuno dei nostri cuccioli che curioso è riuscito ad eludere la sorveglianza di noi adulti (cosa rara ma non impossibile) ignorateli, cambiate la vostra direzione. Noi vi temiamo, vi osserviamo ma non siamo in competizione con voi.

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Io: posso fare qualcosa di preciso per voi?

Grunt: si, lo stai facendo ascoltandomi. A tua volta riporta come meglio puoi le mie parole, i boschi sono la nostra e la vostra ricchezza, le nostre e le vostre radici, il nostro stile di vita regola la popolazione di animali che, se troppo numerosi, diventano un grosso problema per voi. La nostra presenza è un indice inconfutabile di una natura sana ed in equilibrio, tutti beneficiano della nostra presenza, anche i fiumi e gli stessi alberi.

Io: ci incontreremo ancora?

Grunt: forse si ma senza cercarci, silenziosamente con il reciproco rispetto per l’ambiente.

Io: parlerò di te Grunt.

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Mentre gli dico queste parole penso che vorrei toccarlo o fargli una foto e mentre mi lascio andare alle mie fantasie mi accorgo che lui, il lupo, non c’è più. Ho sognato? Una civetta è su un albero poco distante da me e mi osserva. Mi alzo lentamente. Sta facendo buio ma non voglio accendere la torcia, conosco la strada e sento che non ho nulla da temere da questo grande bosco.

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Questo è quello che ho immaginato che avrei chiesto se avessi potuto realmente parlare con un lupo. Gli incidenti accadono ogni giorno ed è realmente più probabile essere coinvolti direttamente  (e non) in un attacco terroristico o in un incidente d’auto che non incontrare dei lupi anche in zone da loro frequentate, e chi ha il compito di gestire il patrimonio naturale ha il dovere di informare su come comportarsi.

Nel prossimo articolo desidero descrivere alcuni semplici comportamenti da tenere nei territori da loro frequentati. Intanto auguro a tutti buon bosco!

Antony

(Le immagini sono state prese da Google).

8 pensieri riguardo “Intervista al lupo cattivo

  1. Io avevo dedicato proprio a loro la mia tesi di laurea in Scienze Naturali,specializzazione Etologia. Li amo e li studio da anni. Ne ho un buon numero nei miei boschi e non ho mai avuto nessun problema con loro. Per proteggere i miei animali abbiamo messo le reti. Quando li sento ululare di notte o sfiorarmi nel bosco mi sento al sicuro:ci sono loro a vegliare su di me (é anche uno dei miei animali totem ed é inciso amuleto regalatomi dai miei fratelli Lakota)

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  2. Che bello questo post, ma mi ha straziato il cuore. Io ho avuto un incontro ravvicinato con un lupo, lui è incastonato per sempre nel mio cuore, i suoi occhi sono sempre nei miei. Lui non c’è più per la cattiveria dell’uomo, ma di fatto non ci siamo mai lasciati. E soffro.

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